Perchè gli usi transitori?

Attivare gli usi transitori negli Hangar Creativi significa molto più che “occupare” il tempo che separa la situazione attuale dalla rigenerazione definitiva. È una scelta di metodo e di visione: trasformare l’attesa in una fase attiva, produttiva e partecipata, capace di generare valore già nel presente e di ridurre i rischi e le incertezze del futuro.

In molte esperienze italiane ed europee, i progetti di rigenerazione urbana hanno dimostrato quanto sia fondamentale non lasciare gli spazi chiusi e inattivi durante la lunga fase dei lavori preparatori e delle procedure amministrative. L’abbandono porta con sé degrado, perdita di identità e spesso conflitti. Al contrario, il riuso temporaneo consente di custodire e curare i luoghi, facendo sì che restino vivi e che la comunità li riconosca come parte integrante della città.

Gli usi transitori negli Hangar Creativi hanno quindi diverse finalità:

  1. Rigenerare la vita prima ancora degli edifici

    Prima che i cantieri ridisegnino gli spazi, è possibile ridare agli Hangar una funzione sociale e culturale. Concerti, spettacoli, esposizioni, laboratori didattici, attività sportive leggere o sperimentazioni imprenditoriali possono già oggi prendere forma tra le loro mura, innescando processi di appropriazione positiva e di “riabitazione” simbolica.

  2. Sperimentare funzioni e servizi

    Il periodo transitorio consente di verificare cosa “funziona” davvero sul territorio. Ad esempio, se una portineria di quartiere riesce a diventare presidio sociale e punto di incontro, se uno spazio coworking attrae giovani professionisti, se un laboratorio creativo stimola collaborazioni tra scuole e associazioni culturali. Tutto ciò che si sperimenta oggi diventa un dato prezioso per orientare il progetto definitivo.

  3. Testare la sostenibilità gestionale

    Non basta pensare alle attività: occorre capire come mantenerle economicamente e organizzativamente. Gli usi transitori permettono di provare modelli di governance condivisa, dove Comune, Fondazione Goldoni, associazioni e cittadini collaborano alla gestione, e di valutare formule miste di sostegno: contributi pubblici, autofinanziamento, piccole entrate da servizi o bigliettazione. È un “prototipo gestionale” che prepara la fase a regime.

  4. Coinvolgere e responsabilizzare la comunità

    Gli usi transitori non sono una programmazione “calata dall’alto”: il Terzo Settore e i cittadini sono coinvolti come co-protagonisti, non solo come destinatari. Partecipare alla definizione di attività, prendersi cura di uno spazio, contribuire alla sua gestione significa costruire un senso di appartenenza profondo. È in questo modo che gli Hangar diventano realmente un bene comune, riconosciuto e difeso dalla città.

  5. Costruire continuità

    Gli usi transitori garantiscono che il passaggio tra l’“oggi” e il “domani” non sia uno strappo, ma una transizione graduale. Quando gli spazi saranno definitivamente rigenerati, non saranno percepiti come “nuovi e sconosciuti”, ma come luoghi già vissuti, testati, riconosciuti e amati. La comunità sarà pronta ad accoglierli perché avrà contribuito a plasmarli.

Grazie agli usi transitori, gli Hangar diventano un cantiere sociale e culturale. Non si tratta solo di ospitare eventi, ma di trasformare l’intero spazio in un laboratorio dove si sperimentano relazioni, si intrecciano saperi e si mettono alla prova idee nuove.

Alcuni esempi concreti possono chiarire la portata del progetto:

  • Laboratori di quartiere e attività educative: corsi di teatro, arti visive, musica o danza rivolti ai giovani, con un’attenzione particolare all’inclusione di chi solitamente resta ai margini.

  • Spazi di prossimità e welfare culturale: una portineria di quartiere che offra piccoli servizi di utilità sociale e diventi presidio di comunità; sale attrezzate per incontri pubblici, corsi e assemblee.

  • Eventi e spettacoli: concerti, performance teatrali e festival culturali che attraggano pubblico cittadino e turistico, restituendo agli Hangar un ruolo di faro culturale.

  • Sperimentazioni imprenditoriali: postazioni di coworking o laboratori artigianali legati all’innovazione creativa, per sostenere l’occupazione giovanile e stimolare nuove filiere locali.

  • Attività ambientali e sportive: iniziative legate alla mobilità sostenibile, al verde urbano e a sport di comunità, in coerenza con le connessioni previste dalle greenway cittadine.

Transitorio non significa provvisorio

Un punto chiave del metodo proposto da KCity è che “transitorio” non deve essere sinonimo di “precario”. Le attività attivate durante questa fase possono essere temporanee nelle modalità, ma generano eredità durevoli: reti di collaborazione tra associazioni, nuove abitudini di fruizione degli spazi pubblici, competenze organizzative e gestionali.

Per questo, gli usi transitori sono concepiti come una fase fondativa, in cui si accumulano esperienze e conoscenze che diventeranno parte integrante del progetto definitivo. Il distretto culturale e creativo che nascerà negli Hangar sarà più solido proprio perché costruito su una base di sperimentazioni reali, di relazioni sociali già attivate e di pratiche già verificate.

In sintesi, scegliere gli usi transitori significa:

  • ridare vita subito a un patrimonio urbano;

  • coinvolgere la comunità nella definizione del suo futuro;

  • sperimentare modelli culturali, sociali ed economici innovativi;

  • garantire che il progetto finale sia radicato nei bisogni reali della città;

  • trasformare l’attesa in un’opportunità di crescita collettiva.

Gli Hangar Creativi, in questa prospettiva, non sono solo un progetto in divenire: sono già oggi un luogo che vive, accoglie e sperimenta, un tassello fondamentale della nuova Livorno.

Evento kick off Hangar Creativi
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Evento Biennale
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Allestimento
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Mostra Strabilianti
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Spazi teatrali
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Blu Livorno
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Ultima modifica: Lunedì, 20 Ottobre 2025 - 10:50