Attivare gli usi transitori negli Hangar Creativi significa molto più che “occupare” il tempo che separa la situazione attuale dalla rigenerazione definitiva. È una scelta di metodo e di visione: trasformare l’attesa in una fase attiva, produttiva e partecipata, capace di generare valore già nel presente e di ridurre i rischi e le incertezze del futuro.
In molte esperienze italiane ed europee, i progetti di rigenerazione urbana hanno dimostrato quanto sia fondamentale non lasciare gli spazi chiusi e inattivi durante la lunga fase dei lavori preparatori e delle procedure amministrative. L’abbandono porta con sé degrado, perdita di identità e spesso conflitti. Al contrario, il riuso temporaneo consente di custodire e curare i luoghi, facendo sì che restino vivi e che la comunità li riconosca come parte integrante della città.
Gli usi transitori negli Hangar Creativi hanno quindi diverse finalità:
Rigenerare la vita prima ancora degli edifici
Prima che i cantieri ridisegnino gli spazi, è possibile ridare agli Hangar una funzione sociale e culturale. Concerti, spettacoli, esposizioni, laboratori didattici, attività sportive leggere o sperimentazioni imprenditoriali possono già oggi prendere forma tra le loro mura, innescando processi di appropriazione positiva e di “riabitazione” simbolica.
Sperimentare funzioni e servizi
Il periodo transitorio consente di verificare cosa “funziona” davvero sul territorio. Ad esempio, se una portineria di quartiere riesce a diventare presidio sociale e punto di incontro, se uno spazio coworking attrae giovani professionisti, se un laboratorio creativo stimola collaborazioni tra scuole e associazioni culturali. Tutto ciò che si sperimenta oggi diventa un dato prezioso per orientare il progetto definitivo.
Testare la sostenibilità gestionale
Non basta pensare alle attività: occorre capire come mantenerle economicamente e organizzativamente. Gli usi transitori permettono di provare modelli di governance condivisa, dove Comune, Fondazione Goldoni, associazioni e cittadini collaborano alla gestione, e di valutare formule miste di sostegno: contributi pubblici, autofinanziamento, piccole entrate da servizi o bigliettazione. È un “prototipo gestionale” che prepara la fase a regime.
Coinvolgere e responsabilizzare la comunità
Gli usi transitori non sono una programmazione “calata dall’alto”: il Terzo Settore e i cittadini sono coinvolti come co-protagonisti, non solo come destinatari. Partecipare alla definizione di attività, prendersi cura di uno spazio, contribuire alla sua gestione significa costruire un senso di appartenenza profondo. È in questo modo che gli Hangar diventano realmente un bene comune, riconosciuto e difeso dalla città.
Costruire continuità
Gli usi transitori garantiscono che il passaggio tra l’“oggi” e il “domani” non sia uno strappo, ma una transizione graduale. Quando gli spazi saranno definitivamente rigenerati, non saranno percepiti come “nuovi e sconosciuti”, ma come luoghi già vissuti, testati, riconosciuti e amati. La comunità sarà pronta ad accoglierli perché avrà contribuito a plasmarli.
Grazie agli usi transitori, gli Hangar diventano un cantiere sociale e culturale. Non si tratta solo di ospitare eventi, ma di trasformare l’intero spazio in un laboratorio dove si sperimentano relazioni, si intrecciano saperi e si mettono alla prova idee nuove.
Alcuni esempi concreti possono chiarire la portata del progetto:
Laboratori di quartiere e attività educative: corsi di teatro, arti visive, musica o danza rivolti ai giovani, con un’attenzione particolare all’inclusione di chi solitamente resta ai margini.
Spazi di prossimità e welfare culturale: una portineria di quartiere che offra piccoli servizi di utilità sociale e diventi presidio di comunità; sale attrezzate per incontri pubblici, corsi e assemblee.
Eventi e spettacoli: concerti, performance teatrali e festival culturali che attraggano pubblico cittadino e turistico, restituendo agli Hangar un ruolo di faro culturale.
Sperimentazioni imprenditoriali: postazioni di coworking o laboratori artigianali legati all’innovazione creativa, per sostenere l’occupazione giovanile e stimolare nuove filiere locali.
Attività ambientali e sportive: iniziative legate alla mobilità sostenibile, al verde urbano e a sport di comunità, in coerenza con le connessioni previste dalle greenway cittadine.